Fratelli minori d'Italia
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Un bastone che deve fare miracoli, un parroco che capeggia una rivolta, i suoi fratelli che picchiano sindaco e assessori per "ricevere nelle mani il mestolo della pubblica azienda”, un sotto prefetto che chiama idioti e ignoranti i cittadini, un magistrato che li definisce retrivi, un vescovo "immerso nel più profondo dolore", sono alcuni elementi che caratterizzano questo saggio dedicato al periodo in cui Campodimele, paese al confine del Regno delle Due Sicilie con lo Stato Pontificio, fu annesso all'Italia conquistata dai Savoia. Non è proprio il caso di parlare di Risorgimento nel senso ricor- rente di raggiungimento dell'indipendenza e dell'unita d'Italia, per- che' il piccolo paese aurunco non fu contagiato dalla "febbre pie- montese” indotta da Cavour, Garibaldi e Vittorio Emanuele II; ma rimase fedele ai Borbone, ne anelò il ritorno dopo l'ultima resisten- za di Gaeta e sostenne il brigantaggio politico reazionario, ospitan- do i fuorilegge nei suoi impenetrabili boschi del Faggeto, di Sant'Onofrio e di Monte della Croce.
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