Gaeta ieri e oggi

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Giuseppe Napolitano
COMUNE DI GAETA
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Introduzione

Com’e la vediamo tutti, la conosciamo come si mostra oggi, Gaeta, con i quartieri vecchi e nuovi fitti di abitazioni... Ma com’era? Chi ricorda com’era, prima dell’ultima guerra, e prima ancora... E quanti sono davvero in grado di confrontare nella propria mente la fotografia di allora con l’immagine che vedono ora... Gaeta ieri e oggi ha la pretesa di far viaggiare nel tempo il lettore, che sia un visitatore occasionale di Gaeta o vi abiti e voglia rivivere la storia più o meno recente della sua citta’. Forse non abbiamo scoperto, o forse sì, qualcosa di nuovo. Altri hanno curato anche di recente specifiche ricerche sui cambiamenti che l’uomo ha provocato in questo nostro paradisiaco - ma chissa’ ancora per quanto - ambiente naturale: pubblicazioni storiche e fotografiche alle quali il nostro lavoro deve molto; ma l’intenzione che ci ha spinti a preparare questo volume e a ristamparlo all’alba del terzo millennio e appunto quella di unire il vecchio e il nuovo che altri hanno proposto. Anche le citazioni di ampi stralci da alcune delle opere più significative dedicate a Gaeta - ormai non tutte disponibili in commercio - hanno il senso del recupero di qualcosa di bello che non e giusto venga dimenticato.

Oltre al confronto fra le immagini di ieri e di oggi, si stabilisce così un filo ideale di pensiero tra il passato e il futuro. tra le parole gia’ dette e queste che abbiamo la presunzione di scrivere perche rimangano.
Ponte sulla storia. questo libro non è, non vuol essere, una guida completa alle bellezze, paesaggi stiche e monumentali, che Gaeta conserva. E’ piuttosto una raccolta di suggestioni (e suggerimenti pure). un invito a non fermarsi in superficie, a scavare dietro la facciata di una città che vive ancora di quel che era — più ancora di quel che c’è. Le schede che accompagnano le cartoline storiche e le foto della Gaeta di oggi sono appunto, più che un commento alle immagini, un libero associarsi di pensieri, generato dal confronto delle immagini stesse e di quel che si vede abitualmente vivendo in questo museo all’aperto che ci è dato di frequentare gratis (percio’ forse non lo apprezziamo più come si dovrebbe). Perché tutto non sia solo un compiaciuto, narcisistico esercizio culturale, perche davvero chi ci legge possa amare Gaeta come noi, il libro ha in qualche modo il carattere di guida. E ci auguriamo che nel cogliere le differenze tra ieri e oggi possa venire il desiderio di preparare Gaeta ad un domani migliore sotto tutti gli aspetti. Altre scoperte si possono fare naturalmente da soli, con o senza questo libro fra le mani, da soli o in compagnia, a piedi preferibilmente, camminando per le vie e viuzze, piazze e piazzette, sulle pietre del tempo, di ogni tempo, sulle quali posero i passi fermi e decisi, o incerti e trepidanti, i mille e mille e mille che hanno speso i loro giorni affinché i nostri fossero più degni di essere vissuti.

Gi è sembrato, forse un po' Iaudatores temporis acti, sfogliando l’immenso album fotografico messo a disposizione dall’impagabile Buonanno e per di più ascoltandolo raccontare di "Gaeta com’era", che in effetti qualcosa di più si sarebbe potuto (dovuto?) fare, per conservare, tutelare, proteggere le più vistose testimonianze del passato di Gaeta. Quando, libera da servitù straniere tra le poche citta’ in ltalia, nel Medio Evo - batteva moneta e commerciava con abilita in mezzo Mediterraneo (basterebbe leggere il carteggio relativo agli affari gaetani del mercante Datini di Prato, per avere un’idea di quel che fosse allora il traffico del suo porto); ed anche quando, suddita non sempre fortunata di varie casate straniere, ebbe comunque l’accortezza di non farsi schiacciare, riuscendo a mantenere un’invidiabile autonomia. "Chiave” del regno di Aragona, Gaeta fu poi fedelissima citta’ borbonica fino a legare il suo stesso destino a quello dell’ultimo re di Napoli, che qui venne a perdere il regno nel freddo febbraio del 1861... Non dovrebbe esserci più bisogno, ormai, di battersi per Gaeta ma nemmeno bisogna battersi inutilmente il petto ed accusare sempre gli altri piangendo per i buoi scappati. Chi ama Gaeta, verrebbe da sentenziare, licenziando questo volume di memorie e di speranze, di immagini e parole, chi ama Gaeta è bene che tenga gli occhi aperti (e la difenda, come colei che si ama: questa citta’ merita di essere amata) per godersela ancora.



 


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