Scritti in memoria di Mons. Paolo Capobianco

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Nella sua bella autobiografia, così tenera ed anche poetica, Don Paolo si paragona ad un gabbiano che vola libero nel cielo, che si alza sopra le cose, che vede dall'alto.

Il gabbiano vola alto ed è solo. In modo particolare Don Paolo è stato veramenre così: uomo libero nella vita e soprattutto nel cuore e nel pensiero e questo anche a prezzo di una necessaria solitudine, lontano dai suoi amici di sempre, lontano dai luoghi da lui cread ed amati ma vicino alla brezza del vento, che era lo Spiriro del Signore che ancora sorreggeva le sue fragili membra e rinvigoriva il cuore.

Solitudine e libertà: di esse ci è stato alto maestro sino alla fine il nostro amato Don Paolo.

Ma per tutti Don Paolo è staro maestro insuperabile nell'amore di Cristo, origine e roccia del suo sacerdozio e a questa sua adorata Chiesa di Gaeta. Era innammorato di Cristo e il suo interesse storico, l'amore alla sua terra e ai suoi monumenti, le sue ricerche archivistiche e i suoi innumerevoli scritri, tutto scaruriva e tutto riconduceva a Cristo, poiché in tutto egli vedeva un raggio e un riverbero della bellezza di Cristo: ecco perché anche le piccole storie di questa terra e di ogni angolo della città e del territorio, e le vicende liete e tristi di questa Chiesa diventavano per lui ghiotta occasione di un canto lirico, che nel motivo di fondo e nelle variazioni molteplici gli permettevano di scrivere pagine e pagine come per una grande epopea. Così la sua bibliografia diventa immensa ma anche precisa e attenta al particolare srorico, arristico, naturalistico, paesaggistico!

Non completerei il rirratto a tutto tondo di Don Paolo se non dicessi della sua tenerezza e delicatezza di tratto e di animo: egli amava con tenetezza e ispirava tenerezza. Quanti I'hanno conosciuto, apprzzato e amato possono testimoniare con verità la capacità grande di amare di Don Paolo con una tenerezza fana di delicatezza materna per chiunque si accostasse a lui come al dotto e allo storico, ma soprattutto per chi si avvicinava a lui come all'uomo di Dio, come allo specialista delle cose di Dio, che sa ben discernere con I'occhio del cuore e consigliare con il cuore dell'intelligenza.

Sì, proprio così vogliamo ricordare il nostro Don Paolo: uriintelligenza offerta per descrivere la bellezza della nostra storia e un cuor donato affinché anche alui potessero imparare ad amare.
Questa sia la sua eredità piir bella, questo sia i[ suo ricordo imperiruro.

Dalla Sede Arcivescovile di Gaeta, 10 dicembre 2007.

+ Fabio Bernardo D'Onorio
Arcivescovo di Gaeta

 

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