Crociati contro la corruzione
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Vi è una ventata di pathos che rende partecipi i lettori e li catalizza in sintonia con l’autrice nello scrutinio e negli approfondimenti trascritti nelle pagine di verità che danno corpo a un saggio, anzi a una vera e propria tesi di laurea, integrata con documenti e accessori che ne assicurano la coesa unitarietà testuale. (…) La corruzione, stigmatizzata dalla Lisetti, esisteva nell’antica società greca (si pensi a Demostene condannato e suicida) e da quella passò per fisiologica osmosi nella società latina della Roma imperiale (si pensi a Catone il Censore che nel Senato denunciò i traffici illeciti di molti operatori politici bisognosi di pecunia sonante da elargire per ottenere consensi elettorali). Nel Medioevo il malcostume che difendeva l’intoccabilità degli affari personali persuase gli storiografi futuri a definirlo “particolarismo degli interessi”. Insomma il malcostume si trasmette di generazione in generazione come una patologia congenita. (…) L’esame si attanaglia in perfetta misura agli scandali connotativi della nostra prima Repubblica registrati negli anni Sessanta del secolo scorso. Esiste un efficace rimedio, lo si può consigliare? La Lisetti deduce da personali esperienze e considerazioni la ricetta curativa sintetizzata in questo libro. (dalla prefazione di Pasquale Maffeo)
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